AIS Umbria
La sede AIS in Umbria e le sue delegazioni
Il territorio
Il cuore verde d’Italia: una definizione perfetta per una regione incastonata in un paesaggio ancora intatto, con gemme artistiche come Assisi e Todi, Gubbio e Spoleto, in cui si respira un’atmosfera particolare. Una regione, tuttavia, con un grande potenziale vitivinicolo non ancora pienamente espresso.
- 6 Delegazioni regionali
- xxxxx Soci iscritti
- xxxx Corsi ogni anno
- xxxx Eventi regionali
- xx Bottiglie stappate
- x Nuovi sommelier ogni anno
L’Umbria e il vino
L’Umbria è una regione poco estesa e la sua superficie vitata è di circa 13.000 ettari disposti prevalentemente in collina, pressoché equamente suddivisi tra vitigni a bacca nera e bianca. Nel 2013 la produzione di vino è stata di circa 901.000 ettolitri – il 45.2% DOP e il 44% IGP – con il 53% di rossi e rosati, ottenuti principalmente da sangiovese, sagrantino e montepulciano.
Anche se non è il vitigno più coltivato, il sagrantino (8%) è l’emblema del vigneto umbro, nato e presente quasi esclusivamente nella zona di Montefalco, il cui nome – sagrentino o sacrantino – è legato all’uso nelle celebrazioni religiose, soprattutto pasquali. Un vitigno di carattere che dà un vino di grande struttura e tannicità, e richiede lunghe evoluzioni per raggiungere il perfetto equilibrio.
Il sangiovese (20%) entra nella composizione della quasi totalità dei vini a denominazione della regione, in purezza o in uvaggio con vitigni locali e internazionali. Vitigno molto versatile, riflette con personalità il carattere dei diversi territori e si esprime molto bene nella zona di Torgiano e nell’area centrale della regione. In genere dà vini di media concentrazione, nei quali in gioventù prevalgono le note fruttate, che si arricchiscono di sentori speziati e tostati dopo evoluzione.
Un vitigno piuttosto apprezzato in Umbria è il ciliegiolo (2%), che in purezza dà un vino delicato, vinoso e fruttato, con una netta nota di marasca, tannino lieve e moderata acidità, mentre il canaiolo nero (1%), usato soprattutto in assemblaggio con altri vitigni locali, offre un buon tenore alcolico, estratto e morbidezza, aromi di frutta rossa e un finale appena amarognolo.
La diffusione del montepulciano (2%) è limitata soprattutto alla zona di Terni, mentre il gamay (1%) ha trovato già dall’800 un ambiente ideale nell’area del Lago Trasimeno. Anche se questo gamay non ha nulla a che vedere con l’omonimo francese, in quanto recenti ricerche ampelografiche lo riconducono al grenache e quindi al cannonau. Ma, nonostante tutto, si continua a definirlo gamay, solo aggiungendo la specificazione perugino o del Trasimeno. Se vinificato in purezza, offre ai vini un vivace colore rosso rubino, profumi fragranti di frutti rossi e una struttura moderata.
Il vitigno a bacca bianca più caratteristico è l’autoctono grechetto (11%), ubiquitario e in grado di dare interessanti vini bianchi, dotati di profumi fini, buona struttura e tenore alcolico, sia in purezza sia in uvaggio soprattutto con uve internazionali. In realtà si deve parlare del grechetto di Todi – più adatto alla vendemmia tardiva e all’appassimento – e di quello di Orvieto – più ricco di profumi e acidità – identificati a metà degli anni ’70 dall’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Perugia. Entrambi sono legati da un filo conduttore: una lunga persistenza aromatica tipicamente ammandorlata, più incisiva nei vini ottenuti da grechetto di Todi.
I trebbiani (15%) toscano, giallo e spoletino rientrano nella composizione di quasi tutti i vini bianchi della regione, ma soprattutto lo spoletino ha trovato nel territorio omonimo la sua terra di elezione, dove è ampiamente diffuso. Tradizionalmente vinificato in acciaio, dà al vino buona acidità e struttura, con
fragranti profumi agrumati e vegetali, che a volte richiamano quelli del sauvignon. Il trebbiano toscano – qui detto procanico – dà vini più ricchi di struttura e con un buon potenziale nei confronti dell’invecchiamento.
La malvasia bianca (4%) trova un habitat ideale nelle colline meridionali della regione, dove è vinificata in purezza e in uvaggi ai quali offre buona freschezza e delicatezza, oltre a note fruttate con una leggera sfumatura aromatica.
Il verdello (2%) è una varietà piuttosto produttiva e rientra nella composizione dei vini di numerose denominazioni, in assemblaggio con il trebbiano toscano e il grechetto, ai quali dona intensità e freschezza.
Infine i vitigni internazionali. Il merlot (11%) e il cabernet sauvignon (5%) rientrano nella produzione di vini ottenuti con il taglio bordolese, a volte in assemblaggio anche con il sangiovese, e sono diffusi un po’ in tutta la regione. Lo chardonnay (3%) e il sauvignon (1%) sono abbastanza diffusi nell’Orvietano, il primo è vinificato anche in uvaggio con il grechetto, con il quale dà vini di grande eleganza e sapidità, il secondo si presta bene alla produzione dei famosi vini muffati.
Le zone vitivinicole
Le Delegazioni di AIS Umbria
L’Associazione Italiana Sommelier è presente in Umbria con 6 delegazioni:
- Assisi – Nocera Umbra
- Città di Castello
- Gubbio
- Montefalco – Spoleto
- Terni
- Perugia