AIS Liguria
La sede AIS in Liguria e le sue delegazioni
Il territorio
Un ampio arco di costa colorato da una miriade di piccoli borghi aggrappati ai rilievi dell’entroterra e un diffuso luogo comune che sottolinea la proverbiale parsimonia dei suoi abitanti: è questa l’immagine più frequente che si ha della Liguria. L’agricoltura viene da lontano e non è il suo punto di forza, ma ha camminato di pari passo con la vocazione commerciale di Genova, fino a fare coincidere la sua massima espansione con il primato mercantile del capoluogo tra tutte le Repubbliche marinare.
- 5 Delegazioni regionali
- xxxxx Soci iscritti
- xxxx Corsi ogni anno
- xxxx Eventi regionali
- xx Bottiglie stappate
- x Nuovi sommelier ogni anno
La Liguria e il vino
Il vigneto è prevalentemente collinare e a tinte chiare, esteso su 1535 ettari, con i vitigni a bacca bianca che ne occupano il 65%, tra i quali il vermentino domina incontrastato. Nel 2013 la produzione si è limitata a circa 46.000 ettolitri di vino, DOP per il 79% e IGP per il 9.2%.
‘Il vermentino è il vitigno prediletto del Genovesato, e quello che gode la riputazione la più estesa fra le varietà che si coltivano da Ventimiglia a Sarzana’, scriveva nel 1817 il Conte Giorgio Gallesio nella Pomona italiana. Da allora poco è cambiato, perché il vermentino è ancora la varietà preferita dai vignaioli e occupa il 45% circa dell’intera superficie vitata e quasi il 70% di quella dedicata ai vitigni a bacca bianca.
Il vermentino, in Liguria, è un vitigno ubiquitario e a maturazione media, che nei terreni calcarei di Ponente esprime una spiccata mineralità, mentre la dominanza di argille a Levante lo rende più avvolgente. Il profumo richiama nitidamente la mela golden e la pesca gialla, grazie a una vinificazione realizzata prevalentemente in acciaio, mentre il gusto si dispone su toni morbidi. Alcune recenti sperimentazioni di vinificazione in legno hanno messo in evidenza sentori di ardesia e di frutti esotici maturi, lasciando intravedere eccellenti prospettive di evoluzione nel tempo.
I profumi di erbe aromatiche, incenso e macchia mediterranea, con inattesi sentori minerali dopo evoluzione, disegnano il quadro olfattivo dei vini ottenuti dal pigato (8.5%), dotati di un profilo gustativo elegante e avvolgente. Questo vitigno, la cui diffusione segue a ruota quella del vermentino, è un suo parente stretto, da cui deriverebbe per mutazioni genetiche gemmarie.
Il terzo gradino del podio se lo aggiudica il bosco (3.9%), diffuso quasi esclusivamente nelle Cinque Terre dove, grazie al grappolo spargolo e alla buccia spessa e ricca di estratti, offre un significativo contributo all’uvaggio del dolce Sciacchetrà.
Altre piccole produzioni riguardano la bianchetta genovese, che dà ai vini una chiara impronta di freschezza e delicati profumi di fiori di campo ed erba cedrina, e l’albarola, che offre un assaggio altrettanto vivace coniugato con sentori di mela verde e uva spina.
Tra le uve a bacca nera, il rossese la fa da padrone, con oltre il 14.3% della produzione totale, seguito a Levante dal sangiovese e dal ciliegiolo e a Ponente dal dolcetto. Vitigno a maturazione medio-precoce, si propone in due declinazioni: più delicati i vini prodotti sul litorale, più strutturati quelli dell’entroterra, ma trovano un denominatore comune nel colore tenue e nel tannino vellutato.
Il sangiovese (6%) è presente soprattutto nell’estremo lembo di Levante e nei rari casi in cui è vinificato in purezza si esprime con un colore non particolarmente profondo, profumi di viola mammola e un tannino piuttosto docile.
Il ciliegiolo (3.2%) ha un nome che dice tutto. Gli acini di colore rosso chiaro e forma sferoidale ricordano le ciliegie e danno un vino poco colorato e piuttosto trasparente, con struttura delicata e lievi note di fragola, lampone e fiori di lillà.
Il vitigno ligure più versatile è l’ormeasco (3.5%) o dolcetto e differisce dal consanguineo piemontese per un’acidità e un tannino più spiccati, complici anche i vigneti situati a un’altitudine che spesso supera i 500 metri sul mare.
Di recente si è verificata una timida apertura verso due vitigni della tradizione mediterranea, grenache e syrah, vinificati in purezza o in uvaggio con gli autoctoni, per dare vini caldi e solari.
In prossimità del confine con la Toscana sono merlot e cabernet, presenti da un paio di secoli, a dare manforte al sangiovese, ma anche varietà minori salvate dal rischio di estinzione come massaretta e pollera, in grado di incrementare, negli uvaggi con il sangiovese, rispettivamente l’intensità del colore e la freschezza.
Le zone vitivinicole
Le Delegazioni di AIS Liguria
L’Associazione Italiana Sommelier è presente in Liguria con 5 delegazioni:
- Genova
- Tigullio – Promontorio di Portofino
- Imperia
- Savona
- La Spezia