AIS Alto Adige
La sede AIS in Alto Adige e le sue delegazioni
Il territorio
Fitti boschi e pascoli impreziositi da castelli, piccole chiese con campanili a cipolla e paesi di case con le facciate dipinte, portano a chiedersi se si sia già superato il confine italo-austriaco, perché si respira un’atmosfera che riconduce ai fasti dell’Impero Austroungarico o a quella più semplice di variopinti mercatini di Natale, al profumo dello strudel appena sfornato e dei biscotti speziati e al sapore della sacher torte.
- 5 Delegazioni regionali
- xxxxx Soci iscritti
- xxxx Corsi ogni anno
- xxxx Eventi regionali
- xx Bottiglie stappate
- x Nuovi sommelier ogni anno
L’Alto Adige e il vino
L’Alto Adige vitivinicolo si presenta come un mosaico variegato di circa 5380 ettari, con una piccola produzione che nel 2013 è stata di circa 372.000 ettolitri di vino, DOP per il 96%.
È opinione diffusa che i vigneti altoatesini, situati soprattutto in media e alta collina, siano dominati dai vitigni a bacca bianca, che negli ultimi anni hanno effettivamente recuperato terreno e realizzato il sorpasso, occupando attualmente il 59% degli ettari vitati.
Il sistema di allevamento della vite più caratteristico è la pergola, ancora utilizzata soprattutto per la schiava, anche se oggi si tende a sostituirla con i sistemi a spalliera – soprattutto a guyot per le produzioni di maggiore qualità – a cordone semplice o doppio.
Aromatici e non solo, i numerosi vitigni a bacca bianca riescono a esprimere grandi intensità olfattive, a volte intrecciate con preziose complessità. Pinot grigio, gewürztraminer, chardonnay, pinot bianco, sauvignon e müller thurgau sono i più coltivati, con nicchie di kerner, veltliner e sylvaner.
Il vitigno più coltivato è la schiava (18%), il cui nome potrebbe essere di origine slava o derivare da un antico sistema di coltivazione in cui le viti erano schiave di un sostegno cui erano legate. Il tedesco vernatsch richiama il latino vernaculus, ovvero relativo agli schiavi nati in casa, ma anche paesano, nostrano o domestico. La schiava si distingue in tre cloni:
- schiava gentile – kleinvernatsch, mittelvernatsch
- schiava grossa – grossvernatsch, edelvernatsch, meraner kurtraube, trollinger, frankenthaler e black Hamburg in Inghilterra
- schiava grigia o grauvernatsch
La conca di Bolzano, in particolare la zona storica di Gries, è la capitale del lagrein (8%), uno dei vitigni più antichi dell’Alto Adige e di tutta l’Italia Settentrionale.
Il pinot nero (6.6%) o blauburgunder dà vini eccellenti con colori poco profondi e sofisticate note floreali, fruttate e speziate, con accenti di eucalipto, tamarindo e tabacco.
Il merlot (3.9%), il cabernet sauvignon e franc (3.2%) completano il quadro dei vitigni a bacca nera.
Modiche quantità di chardonnay, pinot nero e pinot bianco sono impiegati anche nella produzione di ottimi spumanti metodo Classico, certamente tra quelli prodotti alle quote più elevate d’Europa, oltre i 1000 metri.
Le zone vitivinicole
Le Delegazioni di AIS Alto Adige
L’Associazione Italiana Sommelier è presente in Alto Adige con 5 delegazioni:
- Bolzano
- Bassa Atesina- Oltradige
- Merano – Val Venosta
- Val Gardena – Val Badia
- Val Isarco – Val Pusteria