La guida dei migliori vini italiani dell’Associazione italiana sommelier
Fiorenzo Detti è presidente dell’Associazione Italiana Sommelier di Lombardia, la più grande organizzazione di tastevin in Italia.
Domani verrà presentata la guida ai migliori vini italiani dell’Associazione Italiana Sommelier. Qual è lo stato dell’arte del calice di Lombardia?
Anche in questa edizione della Guida Vitae 2017 dell’Associazione Italiana Sommelier, le aziende lombarde hanno saputo ottenere grandi riconoscimenti, dimostrando ancora una volta che la qualità in bottiglia come nel calice è sempre di più il fiore all’occhiello di questa regione. Ben 34 le aziende che hanno ottenuto l’eccellenza.
La Franciacorta si conferma il biglietto da visita internazionale della regione…
Il Tastevin d’Oro ( riconoscimento assegnato per ogni regione d’Italia a una sola azienda che si sia particolarmente distinta per storia, ecosostenibilità, qualità, ecc.) è stato attribuito a una casa vinicola della Franciacorta in virtù di un Extra Brut vendemmia 2006.
La Lombardia viene percepita come una regione industriale. Eppure è la prima regione italiana per produzione agricola, no?
Non solo! La Lombardia si posiziona al 10° posto in Italia per area vitata con una produzione di circa un milione e 300 mila ettolitri, con circa il 60% di vini a denominazione di origine DOCG e DOC arrivando al 90% se ci mettiamo anche i vini IGP, laddove la media nazionale di circa il 75% Anche l’Export del vino lombardo è in costante aumento per un controvalore di circa 260 milioni di euro all’anno.
Per una mappa enologica della regione quali sono le tappe imprescindibili?
La mappa della Lombardia del vino si fonda come sempre sul triangolo d’oro Franciacorta-Oltrepo-Valtellina. La Franciacorta si orienta sempre di più verso i “millesimati” e le bollicine “nature” un indirizzo produttivo che sempre di più evidenza uno stile “franciacortino”. L’Oltrepò Pavese quest’anno premia i vini rossi in quasi tutte le sue declinazioni e tipologie, senza dimenticare le bollicine con degli ottimi Metodo Classico a base di Pinot Nero e Chardonnay. La Valtellina si conferma provincia di assoluta qualità con i suoi Valtellina Superiore e Sfurzat ricavati da questo meraviglioso vitigno Nebbiolo, chiamato in loco Chiavennasca.
C’è anche dell’altro fuori dal triangolo d’oro, cioè nelle altre zone della Lombardia?
L’Area della bergamasca con la Valcalepio esprime vini molto espressivi, in particolare i rossi. Eccellente il livello qualitativo del Moscato di Scanzo che deve ancora riuscire a trovare una sua identità di mercato. Molto interesse hanno riscontrato anche i vini dell’area bresciana, con la Valtènesi, il Lugana e San Martino della Battaglia dove spiccano soprattutto vini bianchi e rosati. Poi non dobbiamo dimenticare il basso mantovano dove primeggia il Lambrusco in tutte le sue sfaccettature e la zona più a nord dei Colli Morenici Mantovani con i vitigni del Garda Mantovano e con gli internazionali dove primeggia il Merlot. Ultima ma non meno importante è la realtà del “San Colombano”, l’unica DOC della Provincia di Milano che abbraccia anche parzialmente le provincie di Pavia e Lodi. Una zona che sta cercando pian piano di esprimersi sempre meglio, come stanno facendo anche le aree vitate di Varese e di Como/Lecco con le loro IGT Ronchi varesini e Terre Lariane.
5.300 soci, 11 delegazioni territoriali, corsi professionali per sommelier, master di approfondimento, eventi, partnership istituzionali. Dove vuole arrivare questa Ais Lombardia?
Un grande lavoro di gruppo ci ha permesso di raggiungere questi risultati importanti. Penso che i sommelier in futuro potranno essere sempre di più ambasciatori di una regione sistema come la Lombardia con una capitale europea come Milano.