Capraia, isola di vino
Capraia è nota per essere un’isola la cui economia dipende prevalentemente dal turismo, ma pochi sanno che è anche un’isola di vino. Tra i pochi c’è il sommelier Daniele Palavisini, già Miglior Sommelier del Chianti Classico nel 2020 e Miglior Sommelier AIS della Toscana 2022, che l’ha visitata poco tempo fa.
Scrive Daniele: “la storia dell’isola è complessa e fitta di rimandi sociali assai al di sopra delle aspettative. La vicinanza culturale e fisica con la Corsica, i pescatori venuti da Ponza e l’istituzione del carcere che tanto modellò il paesaggio”.
Qui vive Francesco Cerri, giovane perito agrario originario dell’isola. Insieme alla moglie Gianna Zito, di origini pugliesi, hanno avuto l’idea di produrre vino a Capraia, anche se – chiosa Daniele, riferendosi alle caratteristiche del luogo- “arrivati qui quest’idea pare più una chiamata“.
L’azienda si chiama La Mursa, e si “coltivano due ettari e mezzo, tutti terrazzati, a trecento metri di altezza sotto il monte Castello“. Pur mancando cinghiali e caprioli, “i grattacapi non mancano: l’isola pullula di conigli e di stolidi mufloni“. In più, le terrazze su cui sorge il vigneto sono opera quasi esclusiva di Francesco: “se l’è tirate pietra su pietra, e se vedete i suoi avambracci ci credete“, scherza Daniele.
E l’impresa non si ferma certo qui: “fra l’elicriso e i licheni, su suoli di sabbia e limo vulcanici, hanno messo a dimora, in sei anni, 5.000 piante di grenache e 1.000 di ansonica, tutte ad alberello“. Ad affiancarli nell’impresa Emiliano Falsini per la parte enologica e Stefano Dini per quella agronomica.
I vini dell’isola di Capraia
I vini prodotti da Francesco e Gianna a Capraia sono un po’ come loro: “bravi e generosi“.
“L’ansonica è più resistente e sana, il vino ne esce goloso ed affabile“, mentre la grenache, pur essendo “sensibile e vulnerabile“, dà vita a vini “notevoli, color rossetto trasparente, che hanno stoffa, distensione e una bella profondità“. Da quest’ultima nascono due versioni: “il Sulana e la selezione di una terrazza, il Ventigghiatu“.
Il loro, conclude Daniele, è un contributo eccezionale per la preservazione e il futuro dell’isola di Capraia.