AIS Calabria
La sede AIS in Calabria e le sue delegazioni
Il territorio
Dominata dal verde scuro dei boschi della Sila e dall’azzurro luminoso del mare, la Calabria si colora del rosso vivace del peperoncino che rende stuzzicanti tutti i suoi piatti e prodotti tipici.
Una storia antica e difficile, quella calabrese, che si ritrova nei tratti scolpiti e volitivi dei Bronzi di Riace.
- 8 Delegazioni regionali
- 648 Soci iscritti
- 20 Corsi ogni anno
- 60 Eventi regionali
- 2.000 Bottiglie stappate
- 35 Nuovi sommelier ogni anno
La Calabria e il vino
Ridotto a 11.500 ettari, il vigneto calabrese nel 2013 ha prodotto circa 368.000 ettolitri di vino – DOP per il 43% e IGP per il 34.6% – prevalentemente rosso, in quanto i vitigni a bacca nera rappresentano circa il 75% dell’intera produzione.
Negli impianti più recenti il sistema di allevamento più diffuso è il cordone speronato, ma il tradizionale alberello resta il più impiegato in quelli più antichi.
Il vitigno più rappresentativo è il gaglioppo (27%), l’anima del Cirò. Portato dai coloni greci a partire dall’VIII a.C., questo vitigno riesce a dare il meglio di sé nel Cirotano, sul versante ionico. I grappoli maturano nella prima decade di ottobre e danno vini freschi e sapidi, con un quadro antocianico simile a quello del nebbiolo, quindi con colori poco concentrati.
Anche il magliocco (4.3%) è molto diffuso nel nord della regione, conosciuto già nell’800. E’ presente in due varietà, entrambe a maturazione intorno a metà ottobre. Il magliocco canino è diffuso soprattutto nella zona di Lamezia e nei dintorni di Scilla, dove spesso è indicato erroneamente con il nome di nocera, ed è dotato di ottima carica antocianica, che si traduce in vini dotati di buon colore e di sfumature di frutti rossi. Il magliocco dolce, coltivato in provincia di Cosenza e in altre zone del versante tirrenico, è meno ricco di acidità ed è generalmente impiegato in purezza, in particolare nella denominazione Terre di Cosenza, per l’elaborazione di vini complessi e di corpo, con buon tannino, morbidezza e grandi capacità di evoluzione.
Numerosi sono i vitigni autoctoni spesso conosciuti con nomi diversi secondo le zone, come calabrese, castiglione, greco nero, malvasia nera, nerello, prunesta, che insieme agli internazionali cabernet sauvignon, merlot e altri ancora, sono impiegati per ottenere vini che nelle migliori espressioni riescono a distinguersi per una grande originalità.
Tra i vitigni a bacca bianca, il più importante è il greco bianco (3%), con maturazione verso la fine di settembre, dotato di buona sapidità e discreti profumi di mela. Diffuso in tutta la regione e iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite come guardavalle, greco bianco è anche il nome che il pecorello assume nella zona di Rogliano.
Il mantonico – nonostante sia inserito tra i sinonimi del greco bianco – è invece un vitigno distinto, coltivato più a sud lungo il versante ionico ed è raccolto nella prima decade di ottobre; il buon corredo in acidità lo rende adatto all’appassimento, per la produzione dell’omonimo vino dolce, con sfumature ambrate e profumi di fiori d’arancio, adatto anche a lunghe evoluzioni.
Stessa localizzazione geografica ma diverso carattere per il greco bianco di Bianco, dotato di buona aromaticità. Adatto all’appassimento al sole nelle zone più ventose e calde, è usato in purezza per elaborare il vino dolce offerto ai vincitori delle Olimpiadi nell’antichità, ambrato e profumato di frutta e fiori.
Le zone vitivinicole
Le Delegazioni di AIS Calabria
L’Associazione Italiana Sommelier è presente in Calabria con 8 delegazioni:
- Arbëreshë – Alto Ionio
- Catanzaro
- Cosenza
- Lamezia Terme
- Locride e Piana di Gioia Tauro
- Reggio Calabria
- Soverato
- Vibo Valentia