AIS Friuli Venezia Giulia
La sede AIS in Friuli Venezia Giulia e le sue delegazioni
Il territorio
Un paesaggio affascinante, con grotte carsiche e ripidi pendii che scendono verso il mare, fa da sfondo a “Un vigneto chiamato Friuli”, slogan coniato negli anni ’70 che identifica alla perfezione la ricchezza del patrimonio vitivinicolo di questa regione, con vitigni di antichissima tradizione che convivono con le varietà internazionali più prestigiose.
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Il Friuli Venezia Giulia e il vino
Un vigneto dominato dai vitigni a bacca bianca non può che trovare conferma in una schiacciante superiorità dei vini bianchi, che rappresentano il 67% della produzione totale, che nel 2022 è stata di circa 2,1 milioni di ettolitri, DOP per il 72% e IGP per il 21%. La superficie vitata occupa oltre 29.000 ettari, concentrati prevalentemente nelle province di Udine e Pordenone.
Pinot grigio, chardonnay e sauvignon sono tra i vitigni più allevati tanto da essere definiti tipicamente friulani da Enos Costantini, Claudio Mattaloni e Carlo Petrussi nel testo La vite nella storia e nella cultura del Friuli, nel quale si può anche leggere che dai vivai di Rauscedo – il più grande centro mondiale per la produzione di barbatelle innestate – queste varietà sono inviate in tutto il mondo.
Diffuso in tutta la regione, il pinot grigio è il vitigno più coltivato e rappresenta il 28% del totale della superficie agricola coltivata a vigneto. Vinificato in bianco dà vini fini ed eleganti, con sentori di ginestra, acacia, mela, pera e pesca bianca in gioventù, mentre se viene elaborato con breve macerazione acquisisce sfumature ramate, complessità e struttura, con aromi più intriganti di caffè, nocciola e a volte zenzero. E subito a ruota – occupando il 25% dei vigneti – si trova la glera, vitigno che domina la denominazione Prosecco.
Lo chardonnay (7%) dà vini freschi e di buona eleganza, con note di mela golden, pera e ananas, ma anche versioni che reggono bene il passaggio in legno, creando un carattere più avvolgente, con sentori di frutta tropicale matura e cedro candito, vaniglia e note di torrefazione. Un vitigno ottimo anche per l’elaborazione di vini-base per spumanti metodo Classico.
il sauvignon (4%) trova il suo ambiente ideale sulle colline del Collio e dei Colli Orientali del Friuli e nella zona dell’Isonzo, dove esprime al meglio i suoi profumi incisivi di bosso e foglia di pomodoro, salvia e peperone fresco, fiore di sambuco e frutto della passione, pesca e melone, con buona struttura, acidità e lungo finale.
La grande finezza è la dote principale del pinot bianco (2%), vitigno nobile ma meno trendy del pinot grigio, che ha trovato in questa regione il suo territorio di elezione, ma non l’entusiasmo di coltivarlo. Le sofisticate sfumature di pesca e mela, peonia e fiori di campo, con l’evoluzione – che gli è congeniale – si arricchiscono di note più dolci di crosta di pane e frutta secca.
Il tocai friulano o friulano (5,5%) anche se arrivato in Friuli dalla Francia a metà dell’Ottocento, vi si è adattato perfettamente tanto da essere spesso considerato un autoctono. È la sesta varietà per ettari coltivati. In gioventù dà vini con delicati profumi di biancospino e fiore di mandorlo, oltre che con l’inconfondibile finale ammandorlato, mentre se è evoluto in legno assume toni più burrosi e tostati.
La vera originalità del vigneto friulano è legata ai numerosi vitigni autoctoni, che però superano di poco il 10% della superficie vitata. Le origini della ribolla gialla (7%) sono antichissime e questo vitigno oggi trova la sua zona di elezione sulle colline di Udine e Gorizia, dove matura in epoca precoce. Freschezza e sentori di frutta esotica, pompelmo e mela sono le sue doti migliori, esaltati dalla vinificazione in acciaio, nella spumantizzazione e negli uvaggi.
Considerata autoctona è anche la malvasia istriana (1,2%) a sapore neutro, probabilmente diffusa nell’area dai Veneziani, che la importarono dalla Grecia. Altra varietà coltivata nella zona carsica è la vitovska, anch’essa a maturazione tardiva; in passato era usata principalmente negli uvaggi, ma oggi dà notevoli risultati in purezza.
Chiudono il panorama dei vitigni autoctoni a bacca bianca le due varietà protagoniste della qualità enologica regionale, il verduzzo friulano (1,7%) e il picolit – entrambi a maturazione piuttosto tardiva – che trovano la loro terra di elezione nelle colline orientali.
Il merlot (8%) è il vitigno a bacca nera nettamente più coltivato e dà vini pieni e ricchi di colore, con accenti di lampone e appena erbacei, ma se evolve in legno si ammorbidisce e libera note dolci di confetture di frutti di bosco, ciliegia e vaniglia, media struttura e tannicità.
Il cabernet franc (6.5%) si esprime molto bene nei terreni sassosi delle Grave, lungo i fiumi. Un po’ selvatico ed erbaceo in gioventù, ricco di acidità e tannino, è domato dall’evoluzione in legno, che lo rende più elegante ed equilibrato, con sentori che spaziano tra amarena e mora, ribes nero e cacao amaro.
Il cabernet sauvignon (4.8%) è ubiquitario in tutta la regione, dà vini più caldi e strutturati del suo omologo, e si presta molto bene all’invecchiamento in legno. In gioventù esprime un profumo leggermente erbaceo con sfumature di lampone, ma nel tempo il bouquet si fa più elegante e complesso, con sentori di violetta e frutti a bacca rossa, cacao e noce.
Tra i vitigni autoctoni a bacca nera, il refosco dal peduncolo rosso (4.8%) è il più diffuso in tutta la regione e dà un vino fresco, tannico e nervoso, con sentori di lampone e mora selvatica, amarena sotto spirito, humus e note balsamiche, ma in collina propone versioni più strutturate.
Schioppettino, pignolo e tazzelenghe, vitigni tradizionali che si stavano perdendo e oggi rivalutati, si trovano nei migliori cru dei Colli Orientali, con produzioni di nicchia che insieme rappresentano solo l’1% della produzione totale.
Nelle terre rosse del Carso è coltivato il terrano – della famiglia dei refoschi – qui chiamato anche refosco del Carso, refosco d’Istria o sangue del Carso, perché dà un vino di colore molto intenso, con delicata componente alcolica, spiccata acidità e tannicità, da apprezzare in gioventù.
Le zone vitivinicole
Le Delegazioni di AIS Friuli Venezia Giulia
L’Associazione Italiana Sommelier è presente in Friuli Venezia Giulia con 4 delegazioni:
- Gorizia
- Pordenone
- Trieste
- Udine