Rimini Rebola
Spesso accade che nella cultura enologica popolare si associno nomi diversi allo stesso vitigno, poi di fatto confermati dalle analisi sul DNA: è esattamente ciò che è accaduto con il vitigno Grechetto Gentile, dapprima noto come “Pignoletto” nell’area Emiliana e come “Rebola” lungo la Riviera.
Le origini di questo vitigno sono probabilmente greche, poi esportato nelle colonie dell’Italia del sud e successivamente radicato nella cultura Romana (già citato da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia). Le prime documentazioni certe si hanno nel 1378 quando si associa il vitigno ellenico al nome “Ruibola” e nel 1600, parlando dell’uva “Pignole”.
Il suo grappolo dalla forma a pigna è proprio ciò gli è valso l’appellativo “Pignoletto”; è un’uva a bacca bianca, vagamente aromatica, tende a sviluppare molto alcol, motivo per cui è necessario tenere a bada questa sua caratteristica in fase di produzione per ottenere qualità. Se nei Colli Bolognesi è noto per le versioni tipicamente frizzanti o spumantizzate, lungo la Costa è celebre nella sua versione ferma e secca.
La DOC Colli di Rimini consente la produzione di Rebola nelle versioni Secco, Amabile, Dolce e Passito, tutte con presenza minima del vitigno all’85% (eventuale presenza di altre uve bianche della zona), ma tipicamente vinificata in purezza. Le tre Sottozone in cui si divide sono i comuni di Verucchio, Coriano e San Clemente.
Ed è proprio a Rimini che è nato un progetto dall’unione di sedici Cantine, finalizzato alla creazione di una nuova eccellenza, creando un autentico Brand (con tanto di bottiglia personalizzata “Rimini Rebola”). È già un fenomeno virale sui social la foto dei produttori scattata nella Vecchia Pescheria (Piazza Cavour, Rimini) vestendo la stessa maglia e presentando il frutto del loro lavoro. Già si azzarda la citazione, i Barolo Boys (and Girls) della Riviera Romagnola: Agricola i Muretti; Agricola San Rocco; Agriturismo Case Mori; Cantina Fiammetta; Cantina Franco Galli; Cantina Pastocchi; Ca’ Perdicchi; Enio Ottaviani; Fattoria del Piccione; Fattoria Poggio San Martino; Le Rocche Malatestiane; Podere dell’Angelo; Podere Vecciano; Tenuta Santa Lucia; Tenuta Santini; Vini San Valentino.
Ma esattamente com’è questa Rebola? Un vino dal colore paglierino che a seconda della vinificazione e delle zone può assumere connotati più verdognoli o dorati; un naso che spazia dal fruttato di pesca bianca ed agrumi fino alla frutta esotica, al vegetale di fieno ed erba o ancora fiori come gelsomino e camomilla; in bocca tipicamente morbido, fresco, sapido (a volte quasi iodato), se ben fatto non risulta troppo alcolico ma di certo strutturato e dal retrogusto ammandorlato; un vino da bersi solitamente nei primi anni dopo la vendemmia. L’abbinamento tipico ricerca i piatti di pesce della costa, come spaghetti con le vongole, grigliate di pesce azzurro, piada con le alici, persino dessert come la classica ciambella, soprattutto con la versione Passita.
Nel mese di Maggio in tutta Rimini sono state varie le manifestazioni e gli eventi dedicati a questo vino, particolarmente la “Rebola Week” (23-29 Maggio), settimana durante la quale le Cantine hanno organizzato degustazioni divise nelle varie Sottozone. I loro vini erano presenti in tutti i ristoranti aderenti al progetto, inoltre è stato offerto un calice di vino a tutti gli ospiti presenti alla proiezione del film “Nostalgia” nello storico Cinema Fulgor. Vi sono poi gli eventi organizzati dalla Delegazione AIS di Rimini: 25 giugno la giornata dedicata alla divulgazione della Rebola e la Masterclass dedicata ai professionisti del settore, in programmazione ad ottobre.
Questo progetto unisce certamente il Vino alla Città e apre le porte ad un profondo legame anche in ambito turistico; citando Sandro Santini (Presidente della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini) “Un nuovo Umanesimo enoico che ha portato al progetto energie, persone e idee”.
Mattia Muratori, Socio AIS Rimini
Nunzia Tesoro, Delegata AIS Rimini