Rosso del Conte: in sede nazionale AIS una storica verticale per un vino icona
Una verticale lunga cinquant’anni
Nella sede nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, a Milano, lunedì 4 dicembre, si è tenuta una storica verticale di sei annate di Rosso del Conte, il vino icona della cantina siciliana Tasca d’Almerita. 1979, 1983, 1998, 2018 e due Riserve degli anni 2010 e 2016: un viaggio lungo cinquant’anni per comprendere le ragioni alla base di un successo ininterrotto. A introdurre l’evento, il Presidente Nazionale AIS Sandro Camilli, insieme al consigliere nazionale AIS e responsabile nazionale dell’area eventi e sociale Camillo Privitera, che ha condotto la degustazione. Insieme a loro, l’enologa capo della cantina, Laura Orsi e Ivo Basile, responsabile marketing e comunicazione di Tasca, che ha raccontato la storia dell’azienda.
Castagno e rovere
Ciò che ha distinto i campioni in degustazione, oltre alle inevitabili differenze climatiche, sono state le diverse percentuali di Nero d’Avola e Perricone (con il primo preponderante fino agli anni Novanta e il secondo in costante crescita a partire dai Duemila), e i diversi recipienti usati per la maturazione: botti di castagno da 500 litri per i campioni del 1979, 1983, 2010 e 2016; rovere francese di Allier e Tronçais da 300 litri, per metà nuove e per metà al secondo passaggio per il 1998; castagno, rovere di Slavonia e piccoli barili di rovere francese per il 2018. Come per i vini che produce, anche per Laura Orsi gli anni trascorsi sono stati forieri di cambiamenti: all’inizio scettica nei confronti sia del perricone («un vitigno che nasce già adulto, con speziature piuttosto evidenti») sia del castagno (per via dei possibili strascichi amaricanti), ha poi finito per trovare le chiavi di lettura più adeguate a valorizzare entrambi. Dalla degustazione dei campioni, tutti di eccellente qualità, emergono le vette delle annate 1979, capace di contemperare con grazia le evoluzioni di oltre quarant’anni con l’integrità di un frutto ancora vivo, e la Riserva 2010, figlia di quel ritorno alle origini cui faceva riferimento il fondatore della cantina.
Mezzo secolo di storia
È d’’accordo il Presidente Nazionale Sandro Camilli, per il quale «i grandi vini come il Rosso del Conte attraversano i decenni palesando la stretta analogia con gli esseri umani: entrambi nascono in un determinato periodo e in certe condizioni, ma, anziché cristallizzarsi, proseguono il proprio cammino, portando con sé la testimonianza del cambiamento, del vino come di chi lo produce». Non è un caso, infatti, che la degustazione sia stata arricchita dalla visione di brevi video relativi alla cultura dei vari decenni affrontati (musica, cinema, eventi). Come ha sottolineato il consigliere Camillo Privitera: «il vino è un prodotto culturale: aprire una bottiglia come il Rosso del Conte implica sempre, da una parte, la necessità di ricollocarla all’interno del periodo storico in cui è stata prodotta, e dall’altra lo sforzo di individuarne l’attualità».