Jean Valenti
Lo scenario in cui l’Associazione nasce e si sviluppa negli anni Sessanta, in pieno boom economico, è Milano. All’interno di questa dinamica realtà, ricca di luoghi di ristorazione, si muove un elegante e garbato professionista poco più che quarantenne, che dalla madre francese ha ereditato il nome Jean e dal padre italiano il cognome Valenti.
Nato a Casazza il 25 aprile 1923 , nella bergamasca, durante una villeggiatura, si trasferì ben presto nella Francia settentrionale, dove viveva la famiglia. Destinato a diventare avvocato, Jean Valenti andò invece a lavorare nella cantina di un noto ristorante vicino a Fontainebleau. La Seconda guerra mondiale lo porta a combattere sul fronte russo, e dopo una lunga prigionia riuscirà a tornare in Francia, dove ricomincerà a lavorare nel settore della ristorazione, trasferendosi poi a Londra e in Svizzera.
Approdò poi in Italia, dove, a differenza della Francia, paese in cui la cultura del vino vantava una lunga e solidissima tradizione, persino negli ambienti più blasonati il cameriere non sempre era dotato delle opportune conoscenze. Quando Jean Valenti fu assunto al Savini, storico ristorante nel cuore di Milano, il vino era ancora proposto banalmente con la domanda: “bianco o rosso?“, e molto spesso era servito sfuso, in caraffa.
Ottenuta la fiducia del patron del locale, il commendator Angelo Pozzi, Jean riorganizzò la cantina, ricca di etichette prestigiose, e cominciò a proporre ai clienti bottiglie prima trascurate. Assiduo frequentatore del Savini era il manager e imprenditore chimico Gianfranco Botti. Fu lui a esortare Jean Valenti ad aggregare i professionisti di un settore ancora poco conosciuto. I suggerimenti del professor Botti non collimavano tuttavia con le aspirazioni di Pozzi, che avrebbe preferito collocare il nascente sodalizio sotto l’egida dell’AMIRA (Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi), di cui era Presidente nazionale. Angelo Zola, Presidente dell’AIBES (Associazione Italiana Barman e Sostenitori) e dell’IBA (International Bartender Association) fugò ogni perplessità dell’amico Jean Valenti, caldeggiando un’associazione autonoma e libera da qualsiasi condizionamento.