I dieci migliori vini italiani, secondo l’associazione dei sommelier
L’Italia enologica è la culla delle diversità. Ogni regione italiana, infatti, ha le sue specialità: i vitigni autoctoni, i paesaggi naturali, le modalità di coltivazione, le tecniche di vinificazione e affinamento, gli abbinamenti con le cucine locali fanno dell’Italia del vino una continua scoperta. Ma anche un percorso labirintico: nella selva delle numerose denominazioni e dei vitigni rari e minori perfino agli esperti del settore finiscono col perdere la bussola. Quali sono, dunque, i vini italiani più rappresentativi? Quelli capaci di incarnare il genius loci? Quali sono, insomma, le etichette che possono a buon diritto fregiarsi del titolo di campioni della viticoltura della regione di appartenenza?
Con la Guida Vitae 2020, l’Ais, l’associazione italiana dei sommelier, propone una lista di “stelle” regionali: si tratta delle 22 etichette che meglio sanno rappresentare il proprio territorio di appartenenza. Premiati con un simbolico “Tastevin”, lo strumento classico dei sommelier, ecco una selezione di vini italiani scelti tra quelli capaci di esprimere una forte identità territoriale. Ve ne raccontiamo dieci, in cerca di un equilibrio tra bollicine, bianchi, rossi freschi, rossi evoluti e vini dolci. Gli altri dodici (nella lista finale) scopriteli voi!
Verdicchio Spumante 2013 di Garofoli – Marche
Non è proprio usuale parlare dell’uva Verdicchio come base per uno spumante. Proprio per questo risulta originale e interessante la scelta di premiare come tipica espressione di questo territorio lo Spumante Brut Riserva di Garofoli, fiore all’occhiello di una cantina che si è distinta per prima nella regione nell’utilizzo delle uve Verdicchio per un Metodo Classico. Siamo sulle colline dei Castelli di Jesi, nell’area definita classica dal disciplinare, patria del migliore Verdicchio. Questo Metodo Classico è il frutto di una maturazione sui lieviti di eccezionale durata (48 mesi) che permette di raggiungere altissimi livelli di armonia, pulizia aromatica e raffinatezza. Colore paglierino brillante con delicati riflessi di oro verde, profumo intenso e floreale, con note di biancospino, pistacchi e mandorle, gusto morbido, delicato e sapido dalle rinfrescanti scie minerali.
Gavi Etichetta Nera 2018 della Scolca – Piemonte
Bisognerebbe ricordare che un tempo il Cortese di Gavi era un vino minore. Le grandi marche vinicole piemontesi – Cinzano e in seguito la Martini & Rossi – lo compravano sfuso e a basso prezzo dai produttori locali per utilizzarlo come base per i loro spumanti. Nel secondo Dopoguerra, viceversa, la Scolca cominciò a produrre dall’uva Cortese un vino bianco moderno, profumato e gradevole, eppure di grande carattere, diventando la cantina simbolo per il territorio del Gavi. L’“Etichetta Nera” – frutto di vigneti di sessant’anni e di novant’anni di vendemmie – rappresenta la vetta di questa storia. Colore giallo paglierino chiaro, con delicati riflessi verdolini, un raffinato bouquet di profumi di frutta gialla e fiori gialli, il gusto è saporito e fresco, nel palato risulta ampio con un finale di mandorla e noce.
Santigaìni IGT Isola dei Nuraghi Bianco 2015 di Capichera – Sardegna
Santigaìni è il prodotto più rappresentativo della cantina Capichera. Proviene da un unico vigneto posto a ridosso della Tomba dei Giganti di Coddu Ecchju (divenuta il simbolo dell’azienda) su un sabbione granitico, ricco di microelementi minerali che conferiscono sapidità, acidità, finezza e longevità al vino, e ben esposto al sole e ai venti del mare smeraldino di Porto Cervo. Dopo la fermentazione in acciaio, il Santigaini matura in barrique di rovere francese acquisendo struttura, morbidezza, finezza e complessità di aromi e profumi. È un vino paglierino dai riflessi verde-dorati e dalla grande consistenza. Naso assai complesso: prima floreale – ginestra e fresia bianca – poi di frutta matura – nespola, albicocca, ananas – di scorze di agrumi, di miele, vaniglie ed erbe aromatiche, con note salmastre e minerali. In bocca è morbido ed elegante. Un vino prestigioso, pensato per cibi esclusivi e raffinati.
Santa Maddalena Classico 2017 di Pfannenstielhof – Alto Adige
95% di Schiava con un 5% di Lagrein. Con questo uvaggio è difficile immaginare qualcosa di più profondamente e tipicamente altoatesino. Il Santa Maddalena del Pfannenstielhof è un vino fresco, fruttato, piacevole e lieve al palato, quindi leggero compagno del pasto quotidiano, ma nel contempo intenso, elegante, dal gusto pieno e leggermente aromatico. Un vino territoriale ricco di tradizione. Il Santa Maddalena matura nella classica area di coltivazione omonima, sul margine orientale della conca pianeggiante di Bolzano, su un terreno composto da detriti morenici di porfido e dolomia, ben aerato e in grado di accumulare il calore. I vitigni di Schiava crescono tradizionalmente sulle pergole e il 5% circa del Lagrein viene piantato già nel vigneto. Entrambi, poi, vengono raccolti e fatti fermentare insieme. Per fermentare ed evolvere basta l’acciaio.
Nerobufaleffj 2016 di Gulfi – Sicilia
Gulfi è un’azienda di grande valore che produce alcuni tra i migliori Nero d’Avola della Sicilia. La cantina imponente – nuova ma rispettosa del paesaggio naturale e architettonico circostante – si trova nei pressi di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa. Da qui si vedono i vigneti di Carricante e di Frappato. Ma altri vigneti si trovano nel Val di Noto: il Nerobufaleffj, infatti, è un cru di Nero d’Avola dalle caratteristiche uniche, quelle di una parcella storica del territorio di Pachino, capace di esprimere grandi vini rossi, pieni, corposi e di grande eleganza e complessità. Il Nero d’Avola nasce proprio in questa zona a sudest della Sicilia: quindi siamo in un territorio vocato per definizione. Vinificato in acciaio, il Nerobufaleffj matura in piccole botti da 500 e 225 litri per circa 24 mesi. Rosso rubino, con profumi di ciliegia, bacche di ginepro, muschio con sentori di alloro e sottobosco. Al palato è suadente, intenso, ricco ed elegante con un finale fruttato e persistente.
Taurasi Campore Riserva 2008 di Terredora – Campania
Circa 200 ettari in Irpinia, nelle valli del Sabato e del Calore. Qui si trovano le tenute di Terredora. Siamo nel sud certo, ma l’Irpinia è zona interna, collinare, dal clima continentale. Una fisionomia scolpita da monti ricoperti di castagneti e faggi secolari e da alture cosparse di vigneti. Un’area vocata per la produzione di vini di grande personalità, con un carattere territoriale profondo. Il Taurasi Riserva – cento per cento Aglianico, l’uva rossa che qui è regina – matura in piccole botti di rovere francese per 30 mesi e si affina in bottiglia per almeno 3-4 anni. Rubino intenso con riflessi granati, al naso è ampio e complesso, con profumi di ciliegia e frutti di bosco, sentori speziati di viola, tabacco e note minerali. Pieno e austero al palato, sa di prugna, amarena e pepe nero. Strutturato e longevo. Sostiene bene gli arrosti di carni rosse, la cacciagione, i piatti a base di tartufi e i formaggi stagionati.
Oltrepò Pavese Cavariola Riserva 2015 di Bruno Verdi – Lombardia
Chi l’ha detto che la Lombardia produce solo Franciacorta? Se ancora pensate che i rossi lombardi sono robetta vuol dire che non conoscete l’Oltrepò pavese e non avete ancora assaggiato il Rosso Riserva Cavariola di Bruno Verdi. Composto da uve tipiche di questo territorio – Croatina, Barbera, Uva Rara e Ughetta di Canneto – è un vino rosso intenso e strutturato proveniente da un singolo vigneto, il cru Cavariola, sito nel comune di Broni.
Il Cavariola svolge la fermentazione alcolica in tini di legno e affinamento in barrique di rovere di Allier. Colore rosso rubino, naso complesso di ciliegia, prugna e mora, note floreali di fiori rossi e vegetali di peperone, sentori speziati di cannella, noce moscata e pepe nero, note di humus e cuoio. In bocca è morbido, ricco e corposo. Equilibrato e longevo, rappresenta bene un territorio spesso sottovalutato.
Brunello di Montalcino Poggio alle Mura Riserva 2013 di Castello Banfi – Toscana
Il Brunello di Montalcino Docg Poggio alle Mura del Castello Banfi è un grande classico. Colore rosso profondo. Aromi di confettura di mora, di tabacco e di vaniglia. In bocca una grande struttura, morbida e molto equilibrata. Il finale è morbido e persistente. Adatto all’invecchiamento, è ideale compagno di carni rosse, cacciagione e formaggi stagionati.
Castello Banfi è una delle più famose cantine italiane. Nel 1978 i fratelli italoamericani John e Harry Mariani danno vita a Montalcino a un progetto che concilia dimensioni di scala con produzione viticola di qualità. Oggi la tenuta si estende al confine con la Val d’Orcia per quasi 3mila ettari complessivi, coltivati per circa un terzo a vigneto e per il resto occupati da oliveti, frutteti, bosco e terreni incolti. La cantina, moderna e innovativa, ospita oltre 7mila barrique. Qui nascono vini di grande fascino ed eleganza, che portano il nome di Montalcino nel mondo.
Passito Fior d’Arancio 2017 di Ca’ Lustra Zanovello – Veneto
Il Colli Euganei Fior d’Arancio Docg è un vino basato sul vitigno Moscato giallo e diffuso sulle colline di origine vulcanica situate nei pressi delle città termali di Abano Terme e Montegrotto Terme, in provincia di Padova. Introdotta nel Veneto dai veneziani già nel XIII secolo, l’uva moscato mantiene così fortemente il suo carattere mediterraneo, solare e vigoroso. Profumi intensi, buccia spessa e coloratissima, polpa croccante, sono gli elementi distintivi di questa varietà arcaica che ama i siti luminosi e asciutti. Il vigneto aziendale si trova a Faedo sulla marna euganea, in Val Cengolina su sabbia trachitica. Dopo 3-4 mesi di appassimento in fruttaio l’uva viene pigiata e lasciata macerare per qualche giorno. Dalla successiva pressatura esce un succo denso, color oro e con una certa tannicità che si lascia fermentare ed evolvere in botticelle di rovere fino alla spontanea stabilizzazione. Accompagna dolci di frutta secca, o i classici “zaeti” veneziani.
Passito Albana Domus Aurea 2017 di Ferrucci – Romagna
Un tempo l’Albana era un vino poco impegnativo, prodotto in piccole quantità dai viticoltori di Bertinoro. Negli ultimi decenni ha vissuto una crescita qualitativa che ha portato al riconoscimento della Docg nel 1987. L’Albana è oggi l’orgoglio dell’enologia romagnola: un vino che riassume la tipicità della terra in cui nasce. Il Passito è un vino prezioso: sulle uve, durante l’appassimento, si forma la Botrytis cinerea, la muffa nobile che prosciuga gli acini e ne aumenta la concentrazione zuccherina.
Il Domus Aurea proviene da uve scelte sottoposte ad appassimento naturale appese su telai mobili. Ha colore giallo oro lucido con sfumature ambrate, profumo ampio e persistente con sentore di uva passita, miele e frutta matura, sapore delicatamente dolce. Da servire fresco, si accompagna con pasticceria secca, biscione reggiano, torta di riso, foie gras, formaggi erborinati, formaggi stagionati.