Lo sappiamo, il vino ha i suoi colori, e che colori. Ce ne accorgiamo subito, dalla prima lezione del corso per sommelier, quanto non ci sia unanimità di definizione seppur in presenza di una lista descrittiva da cui attingere e che quindi è facilitante.
Dalla Napa Valley arriva qualcosa che riguarda i colori, ma non quelli del vino, bensì quelli che un vino crea attraverso gli effetti che i suoi ingredienti sono in grado di procurare al consumatore finale: una specie di colorazione organolettica delle percezioni.
Secondo gli ideatori ci sono molti acquirenti di vino che si sono scocciati di dover leggere un’etichetta con l’ausilio di un dizionario o di un prontuario di enologia, piuttosto che di una terminologia dell’analisi organolettica di un vino.
Colori, colori e poi colori. L’etichetta con i suoi colori e con le combinazioni cromatiche è in grado di dare un senso al profumo e al gusto di un vino.
Secondo Uproot Wines i colori, la loro intensità, la loro sfumatura sono in grado di creare un’immagine organolettica del vino per tutti i nuovi consumatori e per tutti coloro che non sono soddisfatti delle attuali presentazioni in etichetta e contro etichetta.
Per elaborare la cartella colori si sono avvalsi di un panel di 10-15 persone con diverse capacità di comprensione per il vino, dal professionista al consumatore occasionale.
Una volta che il consumatore, che acquisterà i vini on-line, avrà familiarizzato con le combinazioni tra colore e flavor, (troverà info su https://shop.drinkuproot.com), il gioco è chiuso, perché dalla fascetta del colore capirà (secondo loro) se quella combinazione cromatica corrisponde al suo concetto di gradevolezza.
Che dire? Degustiamoci i colori… e che colore sia!
AIS Staff Writer