Picudo Prieto, di nome di e di fatto, orgoglioso di essere un piccolo, nel vasto mondo dell’ampelografico, un po’ Montalbano sono e un po’ Catarella è.
Abbiamo già parlato di quest’uva “sconosciuta” ai più, presentando la degustazione di un vino rosso della Bodega Tritón.
Adesso ci siamo imbattuti in un rosato 100% prieto picudo. Ci ha detto il produttore che non è frequente l’interpretazione rosé, per cui ci siamo fiondati sul vino a spron battuto.
Il Prieto Picudo matura tardi in vigna, per cui l’attimo della vendemmia per fare un rosato diventa strategico per non farsi scappare l’alcool e trattenere acidità e profumi freschi e rinfrescanti.
Pardevellas Prieto Picudo 2013 Rosado è prodotto da Hijos de Rafael Alonso, un’azienda che nel territorio della Tierra de León ha un’ottima reputazione.
Le vigne giacciono a 840 metri slm, questo consente di stare tranquilli durante le settimane conclusive della maturazione dell’uva, tanto che il 2013 è stato vinificato il 15 ottobre e l’alcool s’è fermato a 13%.
Ha colore lucidissimo, fulgido, abbagliante, tutta una combinazione cromatica di rosso ciliegia ferrovia molto matura a cui s’è amalgamato del rosso rubino dalla trasparente intensità.
L’occhio resta ammaliato dalla tinta rosatissima.
Raramente si riesce a trovare una deflagrazione di frutti come in questo vino: ok per lampone, per fragola di bosco, per ciliegie rosse, per ribes rosso, per uva spina a bacca scura; poi molto più ok – in sorpresa – un sentore (che poi sarà il filo gustativo) di guava dalla polpa color rosa, il cui aroma/sapore ricorda quello di un frullato composto da fragola, lampone, ananas, limone.
Rosato fuori dalle righe rosacee al gusto; prima perché s’avvolgono sapori citrici e sapidi con finale mentolati pseudo caipiroska alla fragola, quindi con il conforto dell’alcool è quasi amabileggiante, ma senza essere zuccherino. È un rosato di struttura perché s’affaccia una leggerissima rugosità tannica, che sembra addirittura un pizzicore da CO2 se la temperatura di servizio oscilla tra 9 e 10°c.
Per chi è avvezzo al gusto degli Champagne saignée, troverà in questo rosato moltissime affinità e qualche somiglianza organolettica.
Non è rosato da prosciutto e melone, ci vuole qualcosa in più. Se in Spagna sarà una Paella Valenciana, e in questo caso se lo sorbite nell’assolato verano non abbiate timore a servirlo “on ice”.
È un rosato da pizza con mozzarella di bufala, da pizze anche al salamino piccante, da pappa al pomodoro, da panzanella, insomma: un rosato da bere!
AIS Staff Writer