Conoscere il trend commerciale del vino, il suo posizionamento nel segmento distributivo e quant’altro relativo alla penetrazione del mercato è un bonus imperdibile per chi vuole consolidare le presenze per poi lanciarsi in nuove conquiste.
Un’indagine del genere investe delle specifiche competenze e professionalità, in cui l’esperienza è un cardine imprescindibile.
Invece lo studio che vi proponiamo è molto funny ed è stato elaborato da un team di amiconi del vino e dell’alcool, forse neanche tanto consapevolmente assunto.
Si parla ovviamente di Champagne, uno di vini più parlati e sparlati del mondo, dove ciance e chiacchere si rincorrono a più non posso.
In questo studio emerge che il 7% dello Champagne è consumato da ragazze/donne che aspirano a cantare la canzone Il Triangolo di Renato Zero, e oltre al teorico tirerebbero molto anche al lato pratico della tringolarità.
L’1% è erroneamente consumato da minorenni che pensavano fosse un Ginger Ale made in France.
L’1% è invece usato dagli uomini che hanno avuto un’esperienza triangolare e triangolata (al femminile) non sul manto erboso, ma su quello di lino: per cui attenzione, non è uno schema calcistico.
Il 5% sembra destinato al varo delle navi, per non incorrere nell’anatema: la nave che non ha bevuto Champagne berrà il proprio sangue.
Il 15% dello Champagne sarebbe invece consumato per celebrare le vittorie sportive e spessissimo non viene nemmeno degustato ma spruzzato sulla folla dei fans.
Il 20% è impiegato per celebrare il primo lancio con il paracadute, come in un rito anti forza di gravità, visto che il tappo salta verso l’alto.
Il 30% incontra lo Champagne la notte dell’ultimo dell’anno, spesso pagandolo oltre il normale e per via della stanchezza e della goliardia imperante il giorno dopo non si ricordano l’accaduto.
Il 15% invece è consumato con una certa regolarità dai ricchi individui e individue che lo usano perché semplicemente se lo possono permettere e perché fa molto trendy.
Come ogni indagine statistica seriamente disposta e concretamente prodotta il risultato dell’addizione fa 100. Quindi la questione sembra chiusa, se non che non si riesce a stabilire chi sono coloro che lo degustano ed eventualmente lo bevono perché lo conoscono davvero e sanno di che cosa si tratta.
Gli ideatori di questa statistica affermano che ogni lettore deve trovare la propria collocazione all’interno delle percentuali espresse dallo studio, se non riesce a riconoscersi in quelle percentuali forse significa che è veramente uno champagne-lover.
Fate la vostra self evaluation e tenete pure segreto l’esito.
AIS Staff Writer